Susanna Basile
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La poesia Fiore Lunare, la Luna e il suo potere nella prosa e nella poesia

Come una poesia e dei dipinti diventano esperimento: Mariangela Bottone e Floriana Materazzo un connubio di portento

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La Luna è un simbolo potente: rispecchia la nostra mente, le acque della nostra natura emozionale e influisce sulla salute del nostro corpo . Non è un caso che sia stata ispirazione di scrittori e scrittrici, poeti e poetesse, alchimisti e alchimiste, scienziati e scienziate, e  innamorati. Tanti innamorati ma sempre troppo pochi!!!

In psicologia la Luna rappresenta l’ombra, il Sé, la parte “oscura”, il non detto, il non risolto: per cui ci sta pure bene che ognuno abbia la sua, di Luna. Quando si dice infatti “oggi ho la luna storta”, non è un caso!

Proprio per questo motivo abbiamo vari tipi di “lune” poiché la Luna, come ci ricorda il glorioso Shakespeare in Romeo Giulietta, è mutevole nei circa 28 giorni di suo cambiamento poiché è Crescente, Piena, Calante e Nera. E Luna Nuova. Ogni poeta e scrittore ha il suo tipo di Luna che lo ha ispirato. La Luna Crescente è propizia per tutto ciò che rappresenta le novità e un inizio. È ideale per stringere legami, patti, per iniziare progetti e attività. La Luna Piena è propizia per la fecondità, la prosperità, le conferme di cui si ha bisogno e la conoscenza acquisita e da acquisire ancora. La Luna Calante è il momento propizio per rituali di purificazione, per interrompere abitudini malsane per recidere situazioni o rapporti che non hanno più ragione d’esistere.

Durante la fase di Luna Nuova, Vuota o Nera (quando la Luna non è visibile dalla Terra) bisogna stare attenti alle operazioni che si compiono perché, in pratica, la Luna Nuova è molto potente. Si deve sapere cosa si fa e quali forze si chiamano in campo, l’energia della Luna Nuova è un’energia “romantica”: può portare struggente malinconia o gioia ed euforia. Sta negli “occhi di chi la guarda”: ed è comunque la Luna che più riguarda il cuore errabondo dei poeti.

Qui ci troviamo ad omaggiarla facendo un florilegio tra testi e poesia di grandi scrittori e poeti e senza tema di risultare folli o lunatici abbiamo inserito un testo di una giovane poetessa Mariangela Bottone e dell’artista che dipinge i suoi versi Floriana Materazzo. Il testo è tratto dal libro “La mia finestra aperta” edito da Carthago Edizioni. I disegni insieme ai versi sono un nuovo esperimento che le artiste hanno donato a questo blog. Questa è la poesia per intero e poi ritroverete in ogni disegno un verso che commenta l’illustrazione.

La Luna di Mariangela Bottone è triste, commuovente e molto potente: non c’è dubbio che sia una Luna Nuova che fa presagire…

“Fiore Lunare

Sulla luna c’è un fiore lunare che non ha petali

E non ha profumo, perché a raccoglierlo non c ‘e nessuno;

che non ha stelo e non ha radici,

perché nessuno lo dà agli amici;

che non ha forma e non ha colore, perché nessuno

lo dà al suo amore: là sulla luna c’è solo un fiore”.

Per Giacomo Leopardi la Luna è sempre triste e malinconica per ben due volte, ma si tratta di una Luna calante

“Alla luna,

O graziosa luna, io mi rammento

Che, or volge l’anno, sovra questo colle

Io venia pien d’angoscia a rimirarti:

E tu pendevi allor su quella selva

Siccome or fai, che tutta la rischiari”.

Dopo continua che non cambia niente nella sua vita mentre la Luna ha questa grande possibilità di variare. Nel “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” prende coscienza che la Luna va in giro e non si annoia mai piuttosto è lui ad essere calante ma la sua Luna fa il suo mestiere altalenante.

“Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,

Silenziosa luna?

Sorgi la sera, e vai,

Contemplando i deserti; indi ti posi.

Ancor non sei tu paga

Di riandare i sempiterni calli?

Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga

Di mirar queste valli?”

Per William Shakespeare in Romeo e Giulietta la Luna è quella degli amanti, mutevole, galante e “crescente”, specialmente all’inizio dell’Amore.

“Giulietta: Mi ami tu? So già che dirai “sì”, ed io ti prenderò in parola; ma se tu giuri, tu puoi ingannarmi: agli spergiuri degli amanti dicono che Giove sorrida. O gentile Romeo, se mi ami dichiaralo lealmente; se poi credi che io mi sia lasciata vincere troppo presto, aggrotterò le ciglia e farò la cattiva, e dirò di no, così tu potrai supplicarmi; ma altrimenti non saprò dirti di no per tutto il mondo.

Romeo: Fanciulla, per quella benedetta luna laggiù che inargenta le cime di tutti questi alberi, io giuro…

Giulietta: Oh, non giurare per la luna, la incostante luna che ogni mese cambia nella sua sfera, per timore che anche l’amor tuo riesca incostante a quel modo.

Romeo: Per che cosa devo giurare?

Giulietta: Non giurare affatto; o se vuoi giurare, giura sulla tua cara persona, che è il dio idolatrato dal mio cuore, ed io ti crederò.

Romeo: Se il sacro amore del mio cuore…

Giulietta: Via, non giurare. Benché io riponga in te la mia gioia, nessuna gioia provo di questo contratto d’amore concluso stanotte: è troppo precipitato, troppo imprevisto, troppo improvviso, troppo somigliante al lampo che è finito prima che uno abbia il tempo di dire “lampeggia”. Amor mio, buona notte!”

Per il poeta Garcia Lorca la Luna è Piena di natura passionale sensibile alla materia vibrante.

“Quando spunta la luna

tacciono le campane

e i sentieri sembrano

impenetrabili

Quando spunta la luna

il mare copre la terra

e il cuore diventa

isola nell’infinito

Nessuno mangia arance

sotto la luna piena

Bisogna mangiare

frutta verde e gelata

Quando spunta la luna

dai cento volti uguali,

la moneta d’argento

singhiozza nel taschino”.

 

Per Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso sulla Luna ci sta il senno di Orlando che è diventato pazzo d’amore per Angelica. Il suo amico Astolfo parte per la Luna per recuperare l’ampolla. La Luna di Ludovico Ariosto è una Luna Nera. ma la cosa più interessante è che sulla Sua Luna ci stanno tutte le cose che si perdono sulla Terra

“Ciò che si perde o per nostro difetto, o per colpa di tempo o di Fortuna: ciò che si perde qui, là si raduna. Le lacrime e i sospiri degli amanti, l’inutil tempo che si perde a giuoco, e l’ozio lungo d’uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco, i vani desideri sono tanti, che la più parte ingombran di quel loco: ciò che in somma qua giù perdesti mai, là su salendo ritrovar potrai. Sol la pazzia non v’è poca né assai; che sta qua giù, né se ne parte mai.  Era come un liquor sottile e molle, atto a esalar, se non si tien ben chiuso e si vedea raccolto in varie ampolle, qual più, qual men capace, atte a quell’uso. Quella è maggior di tutte fu da l’altre conosciuta, quando avea scritto di fuor: Senno d’Orlando”.

La Luna del romanzo Le avventure del Barone Münchausen dello scrittore scienziato e bibliotecario Rudolf Erich Raspe, è una Luna che incarna il dilemma di Psiche ed Eros, tra spirito e corpo, tra mente e cervello.

“Barone di Münchausen: Sei mai stata sulla Luna? Ah, è un posto molto interessante, il Re e la Regina sono deliziosi! Hai sentito parlare delle loro teste staccabili? Vedi, le loro teste si staccano per dedicarsi alle attività intellettuali mentre i loro corpi sono impegnati… Diciamo così… Ecco, in attività corporali! Il guaio è che le teste e i corpi non hanno sempre lo stesso punto di vista! Eheheh! Tu mi credi, non è vero?”

La Luna di Saffo poetessa greca è Nera senza dubbio nel suo calore ardente dove nessuno e niente può soddisfare la sua brama.

“Tramontata è la luna

E le Pleiadi a mezzo della notte;

anche la giovinezza già dilegua,

e ora nel mio letto resto sola.

Scuote l’anima mia Eros,

come vento sul monte

che irrompe entro le querce;

e scioglie le membra e le agita,

dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele;

e soffro e desidero”.

 

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